13 Set Augustas per un futuro più sostenibile
Lo scorso 8 settembre abbiamo approfondito il tema della Sostenibilità e le grandi opportunità che ne derivano, con una giornata formativa dedicata a tutti i collaboratori GGRS.
Dopo l’apertura dei lavori da parte del nostro CEO Maurizio Castelli, con un’introduzione alla tematica, di grande rilievo sono stati gli interventi dei nostri esperti Cosimo Orecchia, per gli aspetti tecnico-normativi in chiave ESG, e Claudio Robbiano, in ambito commerciale.
La sostenibilità è diventata un fattore strutturale – In risposta alle nuove regolamentazioni che entreranno in vigore nel 2024, si prevede che circa 5.000 aziende italiane saranno tenute a rendicontare le loro iniziative e le loro performance in ambito sostenibilità. Questa tendenza non è nuova: infatti, già da diversi anni, le principali aziende italiane e internazionali hanno avviato strategie, iniziative e processi orientati alla sostenibilità, collaborando ad esempio unicamente con partner che soddisfano determinati criteri ESG (Environmental, Social, Governance). Inoltre, numerose aziende che non erano obbligate dal punto di vista normativo hanno adottato attività, misure e un processo di rendicontazione in materia di sostenibilità, o per allinearsi ai principali player economici, o come elemento distintivo rispetto ai propri competitor. È quindi indubbiamente in atto un cambio di mentalità: la sostenibilità è diventata centrale sia nella vita dei singoli che delle aziende.
È essenziale aggiungere che gli investimenti in ambito di sostenibilità non hanno solo finalità etiche e normative. Infatti, quando vengono attuate in modo efficace, possono consentire alle aziende di contribuire fattivamente alla tutela dell’ambiente e al benessere della comunità. Al tempo stesso, tali investimenti generano importanti benefici a livello di marketing, divenendo un elemento premiante che rende più efficace la comunicazione aziendale.
Va tuttavia segnalato che la pratica, divenuta ormai abbastanza comune, di utilizzare il tema della sostenibilità esclusivamente come etichetta o come “termine passe-partout”, nelle campagne pubblicitarie e nel materiale promozionale, non genera più benefici significativi, a meno che non sia associata ad azioni concrete e documentate portate avanti dall’azienda. Il rischio peggiore è l’effetto boomerang generato dalla pratica del greenwashing (ecologismo di facciata).
Un altro beneficio derivante dall’attuazione di iniziative e di un processo di rendicontazione delle performance di sostenibilità è l’incremento del “Rating ESG”, che può facilitare l’accesso a opportunità di credito favorevoli, ad esempio attraverso prestiti dedicati. È ragionevole aspettarsi che tali vantaggi, sia creditizi che fiscali, continuino a crescere nei prossimi anni.
Vale la pena infine notare che la maggior parte delle aziende già sostengono spese in attività che rispondono agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (o SDG) stabiliti dall’ONU, nonché ai criteri definiti dalla tassonomia UE per determinare se un’attività è sostenibile. Di conseguenza, è difficile che un’azienda debba iniziare da zero nell’adozione di processi operativi e di rendicontazione orientati alla sostenibilità; è invece molto probabile che tali processi si basino su fondamenta già esistenti, costituiti dalle strategie e dalle iniziative già avviate dall’azienda.
Ma dove e quando sono nati i criteri ESG? Nonostante l’acronimo ESG sia entrato ormai nel gergo comune, quantomeno a livello aziendale, non tutti ne conoscono le origini. Il concetto ESG è stato introdotto per la prima volta nel 2004. Nello stesso anno, il termine ESG ha assunto una rilevanza internazionale a seguito di una serie di pubblicazioni (terminate nel 2008) associate all’iniziativa «Who Cares Wins», che ha riunito per la prima volta investitori istituzionali, gestori patrimoniali, analisti, consulenti globali, enti governativi e regolatori per esaminare il ruolo dei fattori di valore ambientale, sociale e di governance nella gestione degli asset. Il risultato di tale conferenza è stato la formulazione di sei principi (United Nations Principles for Responsible Investments), lanciati ufficialmente nel 2006 dal New York Stock Exchange.
Recentemente, la Direttiva CSRD ha associato ai criteri ESG il concetto di “Doppia Materialità”, in base a cui le imprese dovrebbero valutare gli impatti in termini di sostenibilità, sia subìti dall’azienda (outside in) e che quindi derivano da elementi esterni (si pensi ad esempio al cambiamento climatico), sia generati dall’azienda (inside out), ossia gli impatti che l’organizzazione genera sull’ambiente e la comunità (es. le emissioni in atmosfera). Tale concetto crea un evidente collegamento con l’attività di Risk Management, che potrà essere quindi integrata efficacemente con il processo di gestione e rendicontazione delle performance di sostenibilità.
La formazione in Augustas – Per Augustas la formazione è una risorsa strategica e la sua applicazione al tema della sostenibilità rappresenta un’estensione naturale della strategia di Risk Management.
Una giornata formativa per una nuova visione della sostenibilità, che noi di Augustas intendiamo portare avanti sempre più nel prossimo futuro!
Per una consulenza su misura e/o informazioni sulla nostra strategia e i nostri servizi in ambito sostenibilità, vi invitiamo a scaricare la nostra brochure corporate e mettervi in contatto con il nostro Sales & Marketing Director, Claudio Robbiano: claudio.robbiano@augustasrisk.com!