I rischi nella “nuova normalitá”

I rischi nella “nuova normalitá”

Ripartire dopo Covid-19 non significa ricominciare come se nulla fosse accaduto, perché la pandemia ha lasciato pesanti conseguenze anche economiche. È opportuno affidarsi ad una nuova e accurata analisi dei rischi, in particolare per le medie aziende.

Ecco l’articolo del nostro CEO Maurizio Castelli pubblicato su RM NEWS n.69.

WELCOME TO THE “NEW NORMAL”

Siamo ormai nel pieno della tanto attesa “ri-partenza”. Ma “ri-partenza” non può voler dire alzare la saracinesca e riprendere il lavoro come se niente fosse successo. Eppure, i titoli dei giornali parlano abbondantemente di “ritorno alla normalità”, così come in molti casi i singoli individui sembrano prepararsi a riprendere, senza grandi cambiamenti, le attività sospese nei mesi prima della pandemia e del “lockdown”. È una reazione sociale e psicologica comprensibile ed è anche un buon segnale di reazione dopo una tale tragedia. Ma far finta di nulla, per una media impresa, vorrebbe dire commettere due errori micidiali. Innanzitutto, proprio perché il Covid-19 è stato un “turning point” epocale, è praticamente impossibile “tornare alla normalità”, perché nel frattempo la realtà è cambiata in modo irreversibile e “quella” normalità non esiste più. In secondo luogo perché significherebbe dare per scontato che al nuovo scenario ci si possa adattare in modo “spontaneo” e graduale, senza dotarsi di specifiche competenze e strumenti ad hoc.

È vero il contrario. Perché il “new normal” comporta scenari completamente diversi da quelli a cui eravamo abituati e rischi che sono per l’azienda significativi come quelli che si fronteggiavano quando eravamo ai picchi del contagio. Ci sono rischi nuovi e rischi che non sono completamente nuovi ma che hanno cambiato il loro profilo. Questo perdurante scenario di rinnovata incertezza è soltanto la prima metà del “new normal”. L’altra è lo stato di profonda vulnerabilità in cui versa gran parte delle aziende, fiaccate e indebolite dal lockdown, in termini di ridotta o addirittura sospesa operatività e di conseguenza in termini di fatturato e cash flow. Una vulnerabilità che è ancora più accentuata nel caso delle medie imprese, che scontano già in partenza una minore resilienza finanziaria e organizzativa rispetto a quelle di dimensioni maggiori.

Quindi, in sintesi, tanti rischi, pochi soldi, pochissime certezze; e una grande necessità di strumenti e soluzioni adeguate alla nuova normalità.

COSA SERVE ALLE AZIENDE – VERAMENTE

In un simile contesto è logico che l’operatività delle aziende sia profondamente diversa. Ora bisogna fronteggiare tutta una serie di problematiche e di aspetti di natura organizzativa, operativa e gestionale di cui le aziende non possono non tenere conto.

Ecco perché non serve un’operatività spicciola che, condensata nel messaggio di ri-aprire e ri-tornare alla normalità come se niente fosse, rischia di essere pericolosa perché sottovaluta pesantemente la nuova realtà.

Attualmente sono due le condizioni fondamentali per la sopravvivenza e l’adattamento delle medie aziende:

  1. riconoscere e fare i conti con il “new normal” per allinearsi al presente;
  2. sviluppare resilienza per affrontare il futuro. Perché il “new normal” porta, oltre a un profondo cambiamento dei rischi, anche la possibilità, concreta, di un ritorno dei contagi e delle vittime, con nuove ondate di lockdown che potrebbero essere veramente “letali” per il tessuto economico nel suo insieme.

L’emergenza Covid-19 non è finita. È piuttosto un punto di partenza o meglio di “ri-partenza”. Ma con quali strumenti concreti per le medie aziende?

L’APPROCCIO DEL RISK MANAGEMENT

I nuovi rischi della nuova normalità devono essere identificati e gestiti; alla base non può che esserci un’analisi preliminare, per profilare i rischi e valutare le conseguenze del Covid-19 e del lockdown, e poi una gap analysis con l’obiettivo di dotarsi di strumenti di gestione dei rischi, complementari a quelli già presenti in azienda. Questo passaggio è fondamentale, perché senza profilatura del rischio diventa aleatorio progettare un piano di azione.

In base alla gap analysis, si può dare priorità ai gap più rilevanti e focalizzare l’attenzione dell’azienda nel colmarli, aumentando anche il livello di resilienza. Numerose sono le aree dell’azienda che possono essere state impattate e/o che possono necessitare di nuovi strumenti: si va dall’area organizzativa e HR, a quella finanziaria, dall’area della continuità operativa e della supply chain, a quella ICT.

Individuare rapidamente e con precisione i punti deboli delle aziende e le possibili azioni di supporto: questo è il contributo fondamentale del Risk Management alla ri-partenza delle medie aziende.

“CORE”: UN PACCHETTO DI SERVIZI DI RISK MANAGEMENT A SUPPORTO DELLA RIPARTENZA E PER COSTRUIRE LA RESILIENZA

CORE sta per post Covid-19 Resilience Empowerment ed è la soluzione ideata da Augustas Risk Services SpA in collaborazione con PK Consulting, per sostenere le aziende in questa congiuntura, offrendo un catalogo modulare e articolato di servizi e strumenti per potenziare l’operatività sui rischi più pericolosi.

Il punto di partenza è un assessment preliminare di profilatura dei rischi, indispensabile per consentire all’azienda di dotarsi di strumenti di gestione di rischi dei quali sia conosciuta e valutata la probabilità e l’impatto sull’azienda. In parallelo viene condotta una gap analysis per accertarsi di quali strumenti l’azienda sia già parzialmente o totalmente dotata e potersi quindi concentrare su ciò che ancora manca. A valle di queste fasi preliminari, CORE si declina in una serie di “aree tematiche” che a loro volta si articolano in diversi moduli, offrendo così un approccio totalmente modulare che può essere calibrato sulle reali esigenze e priorità dell’azienda.

Le aree tematiche sono quella organizzativa, all’interno della quale si collocano i moduli di protocollo organizzativo, protocollo Smart Working e formazione e coaching; l’area finanziaria, che include la gestione dei rischi del cash flow e di quelli del credito; l’area della continuità operativa nella quale si colloca il Business Continuity Management e il Supply Chain Risk Management; e infine l’area IT dei cyber risk con il servizio di Disaster Recovery Planning.

Questi moduli sono accompagnati da un supporto continuo, garantendo così una continuità nel tempo che è fondamentale per seguire l’evolversi della situazione e ottimizzare i processi, garantendo la manutenzione di quanto implementato, nonché il supporto alla diffusione della cultura di Risk Management. Intervenire con gli strumenti più efficaci e mirati per colmare i gap più consistenti: ecco la missione di CORE a supporto della costruzione della resilienza aziendale.

VISIONE DI MEDIO TERMINE E MODULARITÁ: DUE PREROGATIVE FONDAMENTALI

Come in ogni altra circostanza, anche nel “new normal” post Covid-19 il Risk Management dispiega il suo valore proprio sul medio-lungo termine, supportando la progettazione e l’implementazione di una struttura organizzativa resiliente, in grado di lavorare con continuità e senza subire disruption significative, mantenendo efficacia ed efficienza dei processi e la motivazione delle persone, all’interno di team di lavoro integrati.

Al tempo stesso, soprattutto per le medie imprese, un approccio modulare consente alle aziende di avere una visione più articolata, graduale e pragmatica, consentendo di prioritizzare gli interventi, senza però perdere la possibilità di una visione integrata, capace di dare una visione più strategica alle aziende che entrano nel “new normal”. Flessibilità, efficacia e specificità: sono caratteristiche essenziali per offrire un servizio di Risk Management che risponda alle esigenze delle medie imprese nell’individuare rapidamente soluzioni mirate per la costruzione della resilienza nel “new normal”. Con CORE, Augustas offre un servizio dotato proprio di queste prerogative.

 

(fonte: RM NEWS N.69)