10 May Risk Management, ora è la priorità
Per le imprese italiane la gestione dei rischi è una componente dello sviluppo sostenibile. Inoltre, un’impresa su 4 ha dichiarato che è diventato prioritario introdurre un sistema di gestione e controllo dei rischi (26,5%). Sono solo alcune delle evidenze messe in luce dal IX Osservatorio sulla diffusione del risk management nelle medie imprese italiane, la ricerca annuale, presentata al Politecnico di Milano da cui emerge anche che quasi la metà delle aziende prevedeva il rischio di guerra prima del conflitto russo-ucraino. L’edizione del 2022, realizzata in collaborazione con IPSOS, ha analizzato le risposte di 350 aziende manifatturiere attive nei settori: alimentare, beni per la persona e la casa, chimico farmaceutico, meccanico e metallurgico. Il fatturato delle aziende che costituiscono il campione d’indagine è compreso tra 20 milioni di euro e i 355 milioni di euro.
Emerge che per un’impresa su 4 (26,5%) introdurre un sistema di controllo e gestione del rischio è ora prioritario. Una buona notizia dunque considerando che, ad oggi, solo il 44% delle aziende presenta già una mappatura dei rischi a livello di CdA, sebbene oltre il 50% delle aziende sia convinto che la responsabilità di supervisione dei rischi ricada sulle figure apicali dell’impresa (a seguire il direttore finanziario e solo per circa il 14% delle imprese sulla figura specialistica del risk manager). Coinvolgere il board è un passo importante, “Le aziende in cui il board è coinvolto vedono la gestione del rischio come un investimento strategico, mirato anzitutto a consentire migliori decisioni. Nelle aziende dove la funzione di risk management non arriva a dialogare con il board invece, lo scopo principale della mappatura dei rischi è difensiva (assicurare la conformità normativa e la business continuity), e l’investimento viene visto come secondario. L’aspetto positivo tuttavia è che il coinvolgimento del CdA nella gestione dei rischi è sempre più diffuso”, afferma a tal riguardo Massimo Michaud, Presidente Cineas.
UN SISTEMA PER GOVERNARE IL RISCHIO, DOPO LA PANDEMIA
Nella nuova edizione dell’indagine, sono il 44% le aziende che presentano una mappatura dei rischi a livello di CdA, un numero ancora ridotto; tuttavia oltre il 50% delle aziende risponde che la responsabilità di supervisione dei rischi ricade sulle figure apicali dell’impresa (a seguire il direttore finanziario e solo per circa il 14% delle imprese sulla figura specialistica del risk manager).
Aziende più attente agli scenari di rischio non avevano previsto la pandemia, ma percepivano il rischio della guerra prima dello scoppio del conflitto. È interessante osservare che nell’edizione 2020 dell’Osservatorio, il 97% delle imprese dichiarava di non aver previsto la crisi pandemica. Nella nuova edizione, in cui la rilevazione è stata effettuata tra dicembre 2021 e febbraio 2022, il 44,6% delle aziende intervistate ha dichiarato molto probabile lo scenario di una guerra in considerazione dell’instabilità politica a livello globale, questo potrebbe essere un segnale del fatto che le imprese sono diventate più attente agli scenari di rischio in cui sono immerse. “È stato interessante osservare, confrontando la ricerca con altre realizzate a livello internazionale, come anche in Italia le imprese, alla fine del 2021, avevano una percezione importante del rischio di instabilità politica con possibilità di tensioni sociali.” ha commentato Enzo Risso, Direttore scientifico di IPSOS.
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